Ruolo nella memoria dei neuroni prodotti nel cervello adulto

 

 

ROBERTO COLONNA

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XVI – 28 settembre 2019.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

La neurogenesi nel cervello adulto dei vertebrati, e dei mammiferi in particolare, rimane uno dei campi più affascinanti della ricerca neurobiologica e, anche se le aspettative nutrite nei primi anni dopo la scoperta di questa proprietà del sistema nervoso centrale sono andate deluse, i progressi compiuti nella comprensione dei ruoli svolti dalle nuove cellule nel corso della vita stanno contribuendo allo sviluppo di nuovi modi di concepire le basi di alcune importanti funzioni. In particolare, delle tre sedi di produzione, ossia la parete dei ventricoli laterali, il bulbo olfattivo e il giro dentato dell’ippocampo, è quest’ultima che ha maggiormente attratto l’attenzione dei ricercatori.

Il circuito ippocampale giro dentato-CA3 è continuamente modificato dall’integrazione di cellule a granulo prodotte nella circonvoluzione dentata del cervello adulto. Tutti questi nuovi neuroni, dal momento in cui nascono, vanno incontro ad un prolungato periodo di maturazione, durante il quale fanno registrare un’accresciuta plasticità sinaptica e attraversano fasi contraddistinte da processi di rifinitura delle proprietà elettrofisiologiche e definizione della connettività. Coerentemente con i modelli teorici e le funzioni note del circuito ippocampale giro dentato-CA3, le manipolazioni sperimentali acute e croniche di neuroni neoprodotti supportano la nozione di un ruolo nella regolazione dell’interferenza mnemonica.

Prendendo le mosse da questi elementi, Samara M. Miller e Amar Sahay hanno esaminato analiticamente tutti i maggiori studi recenti condotti in questo campo, e hanno desunto un’ipotesi originale sul ruolo dei nuovi neuroni del giro dentato in due importanti funzioni connesse con la memoria.

(Samara M. Miller & Amar Sahay, Functions of adult-born neurons in hippocampal memory interference and indexing. Nature Neuroscience Epub ahead of print https://doi.org/10.1038/s41593-019-0484-2, 2019).

La provenienza degli autori è la seguente: Center for Regenerative Medicine, Massachusetts General Hospital, Boston, Massachusetts (USA); Harvard Stem Cell Institute, Cambridge, Massachusetts (USA); Department of Psychiatry, Massachusetts General Hospital, Harvard Medical School, Boston, Massachusetts (USA); BROAD Institute of Harvard and MIT, Cambridge, Massachusetts (USA); Massachusetts (USA).

Tracey J. Shors, lavorando con Elizabeth Gould, ha per prima riconosciuto l’importanza dell’apprendimento per tenere in vita le nuove cellule prodotte nel giro dentato; qui di seguito si riporta un brano di un nostro articolo focalizzato su questi studi, per introdurre agli argomenti della rassegna recensita.

“L’importanza dello sforzo cognitivo dei roditori si può spiegare in vario modo, ma il gruppo della Rutgers University ha proposto e verificato sperimentalmente la seguente tesi: le prove che richiedono più risorse cognitive o un tempo più lungo per essere apprese, attivano più vigorosamente la rete neuronica ippocampale che include le cellule neonate, ed è proprio l’attivazione di questa rete la chiave del processo che protrae la sopravvivenza.

Questa tesi – definita teoria dalla Shors – si basa su evidenze emerse dal lavoro di molti ricercatori che, in precedenza, hanno dimostrato che prove quali quelle che implicano apprendimento, aumentano l’eccitabilità di alcune popolazioni dell’ippocampo rendendole di gran lunga più attive della norma: il grado di attivazione è strettamente correlato con l’efficienza nell’apprendimento da parte dell’animale.

Un altro aspetto rilevante è l’esistenza di una finestra temporale critica durante la quale l’apprendimento può salvare i nuovi neuroni. Nel ratto questo intervallo di tempo, secondo uno studio recente, è compreso fra i 7 e i 10 giorni: l’addestramento che precede il settimo giorno non risulta efficace, come quello che segue il decimo, quando la maggior parte delle cellule è morta o morente.

Questa finestra corrisponde alla fase di differenziazione delle nuove cellule nervose che sviluppano dendriti, con specifiche ramificazioni riceventi per neuroni di sistemi appartenenti ad altri territori cerebrali, ed assoni veicolanti messaggi prevalentemente diretti all’area CA3 dell’ippocampo. Proprio in questa fase di maturazione, le nuove cellule del giro dentato acquisiscono la capacità di rispondere ai neurotrasmettitori secondo le proprietà dei neuroni adulti di quella regione.

Queste osservazioni suggeriscono che gli elementi cellulari neoprodotti devono essere maturi e correttamente collegati all’interno delle reti neuroniche, prima di poter rispondere all’apprendimento. Quando l’apprendimento mette alla prova le risorse dell’animale, i neuroni che prendono parte alle reti ippocampali, inclusi i nuovi, sono pienamente impegnati e, probabilmente, è proprio il reclutamento in questa rete ad alto regime di attività, a tenere in vita le cellule nervose generate di recente.

Le evidenze sperimentali e le interpretazioni appena proposte, tratteggiano un quadro di questo genere: migliaia di nuove cellule ogni giorno nascono ed entrano nel novero potenziale dei neuroni ippocampali, formano connessioni sinaptiche specifiche e, se sono impegnate da una stimolazione cognitiva intensa durante il periodo sensibile (fra il 7° e il 10° giorno di vita cellulare), sopravvivono, altrimenti vanno incontro a morte. Ciò vuol dire che il loro apporto all’apprendimento che si verifica in tempo reale, è praticamente nullo[1].

Samara M. Miller e Amar Sahay hanno estratto i risultati più rilevanti da studi che hanno esaminato la maturazione dei granuli neoprodotti dal giro dentato dell’ippocampo adulto, e la successiva integrazione di queste cellule nervose nello specifico circuito, con meccanismi che supportano i processi di discriminazione mnemonica, consolidamento e ricambio delle memorie.

Lavorando sui risultati della ricerca, i due autori hanno elaborato una sintesi concettuale, in base alla quale avanzano l’ipotesi che la neurogenesi ippocampale adulta consenta al cervello di generare una “biblioteca di esperienze”, ciascuna delle quali è specificamente registrata mediante la fisiologia e la connettività dei granuli neoprodotti e poi andati incontro a maturazione esperienziale specifica.

Secondo Miller e Sahay i granuli che hanno avuto origine giorno per giorno nella vita adulta reclutano microcircuiti inibitori a supporto di processi quali la pattern separation e il memory indexing.

 

L’autore della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle numerose recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Roberto Colonna

BM&L-28 settembre 2019

www.brainmindlife.org

 

 

 

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[1] Cfr. I nuovi neuroni sono tenuti in vita dall’apprendimento, nella sezione IN CORSO del sito.